Passa ai contenuti principali

In primo piano

Negli Stati Uniti quasi 30 milioni di contagiati Covid, superati i 529 mila morti

Negli Stati Uniti quasi 30 milioni di contagiati Covid, superati i 529 mila morti : AGI – Gli Stati Uniti si avvicinano alla soglia dei 30 milioni di contagiati da Covid: i casi confermati hanno raggiunto quota 29.149.380. I morti sono 529.067. E' quanto emerge dall'

Kazakistan, Letta: “Alfano è estraneo”. Renzi: “Il Pd pensa alla poltrona?” - Il Fatto Quotidiano

Questa volta il presidente del Consiglio Enrico Letta ci metterà la faccia. Ci sarà anche lui alSenato per il voto della mozione di sfiducia proposta dalle opposizioni nei confronti del ministroAngelino Alfano per la vicenda dell’espulsione della moglie e della figlia di Mukhtar Ablyazov, uno dei principali oppositori al regime del Kazakistan. Ma Letta ci mette anche la mano sul fuoco, apparentemente, perché assicura che Alfano non c’entra nella controversa storia che al momento sembra conclusa con il taglio di due teste di funzionari del Viminale. “Sarò in Parlamento venerdì – spiega il capo del governo – e dalla relazione del prefetto Pansa emerge la totale estraneità del ministro Alfano”. Letta aggiunge di aver chiesto lui l’inchiesta, di averla resa pubblica. Ma non pare tutto così facile. Perché, certo, Letta assicura che non c’è alcun problema con il Partito Democratico né con Matteo Renzi: “Ci parliamo e ci siamo parlati”. Ma la verità sembra un’altra. Perché il sindaco di Firenze torna all’attacco proprio su questo punto: ”Io sto con le forze dell’ordine – scrive nella sua newsletter – perché scaricare su servitori dello Stato tutte le responsabilità senza che venga mai fuori un responsabile politico è indegno per la politica. E per l’Italia”.
Tensione che si scarica anche in Parlamento dove i senatori renziani sono decisi a porre la questione della richiesta di dimissioni all’interno del gruppo del Pd di Palazzo Madama. Ma non ci sono solo i renziani perché un passo indietro di Alfano lo chiedono anche Anna Finocchiaro,Gianni CuperloFelice CassonRosy Bindi. Il Pd ha discusso della vicenda anche in segreteria e ha ufficialmente bocciato la linea della sfiducia. “Altrimenti cade il governo”, è la motivazione ufficiale dopo la riunione di questo pomeriggio. Ma c’è da credere che la soluzione ufficiale non sarà quella condivisa da tutti, e che sabato qualcuno nelle truppe parlamentari deciderà per conto proprio.
Renzi: “Una vicenda di cui mi vergogno. Il Pd preferisce la poltrona?”
Intanto Renzi non molla: “Dicono che tutta questa vicenda nasca dalla mia ansia di far cadere il Governo – scrive – Ma la realtà dei fatti è che io non ho alcun interesse a far saltare il governo Letta”. Poi il nuovo attacco “Se molti dirigenti del Pd non vogliono che mi candidi, va bene. Se vogliono tenersi il partito, va bene. Se preferiscono perdere le elezioni pur di mantenere una poltrona, va bene”. Ma non strumentalizzino “una vicenda di cui come italiano mi vergogno”. Anzi, non è Renzi che vuole far cadere il governo bensì “larga parte della classe dirigente del Pdl e del Pd’’ che cerca “di usare questa vicenda per attaccare me”. Se nel Pd lo fanno “per regolare i conti tra le correnti del Pd, mi vergogno per il Pd”. Infine l’ultimo affondo: “La mia ambizione non è cambiare la maggioranza, ma cambiare il Paese – si legge nella sua newsletter – Se Letta lo fa, bene. Se non riesce a farlo, mi dispiace, per lui, per me, per l’Italia. Ma non si cerchino alibi. L’Italia cambierà quando finalmente abitueremo le nuove generazioni ad assumersi le proprieresponsabilità”.
Come già avevano fatto in giornata i senatori in “quota Renzi” il sindaco ricorda il caso di Josefa Idem. “Già qualche settimana fa Letta ha chiesto a un ministro di farsi da parte. Sarà lui, che è il primo ministro, a decidere cosa sia più opportuno fare e se le spiegazioni offerte siano convincenti – insiste l’ex rottamatore – Su questa partita aspettiamo di cosa dirà Enrico Letta nella sede suprema, che è quella del Parlamento. Personalmente penso che in questi casi dire la verità sia l’arma più potente per un politico. Raccontare come sono andate le cose, assumersi le responsabilità, parlare con il linguaggio della chiarezza è un investimento di credibilità per l’oggi e per il domani. Sono certo che il nostro Presidente del Consiglio non mancherà di parlare chiaramente, qualunque strada decida di percorrere”.
Finocchiaro: “Il ministro rimetta le deleghe”
In realtà se è tutt’altro che chiara la ricostruzione dell’espulsione della donna e della bambina, consegnate in 48 ore ai diplomatici kazaki e rimpatriate, è del tutto incerta la situazione in Parlamento. Il Partito democratico aveva accolto in modo gelido la relazione di Alfano alla Camera, in mattinata 13 senatori renziani avevano posto la questione al gruppo del Pd di Palazzo Madama (“Chiederemo di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro”) ed ora ecco il sigillo diAnna Finocchiaro, ex capogruppo del Senato e ora presidente della commissione Affari costituzionali. “Credo che la posizione del ministro Alfano sia molto difficile. Ieri in Senato abbiamo ascoltato le sue parole. Ma oggi sui giornali ne abbiamo lette altre che non sono esattamente in sintonia con le sue”. Finocchiaro sostiene così che “sarebbe atto responsabilità istituzionale se Alfano rimettesse la sua delega nelle mani del premier”. La mozione di sfiducia si voterà solo al Senato e non alla Camera. A Palazzo Madama sono “pendenti” già le mozioni di sfiducia diMovimento Cinque Stelle e Sinistra Ecologia e Libertà. La Lega Nord ha già annunciato che non le voteranno.
I renziani: “La posizione del ministro è indifendibile”
I dubbi e i malumori del Partito democratico sul caso Ablyazov diventano dunque qualcosa di più concreto. Le parole dell’ex capo di gabinetto del Viminale (tra questi Il Fatto Quotidiano) hanno spinto alcuni senatori vicini al sindaco di Firenze Matteo Renzi a chiedere al gruppo di Palazzo Madama di sostenere la mozione di sfiducia. ”La posizione del ministro Alfano è oggettivamente indifendibile. Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro” affermano in una nota il vicecapogruppo del Pd Stefano Lepri e 12 senatori renziani. “La posizione del ministro Alfano – prosegue il comunicato – è oggettivamente indifendibile. Chiederemo al Pd, nella riunione dei gruppi di domani, di sostenere la richiesta di dimissioni del ministro. Il passo indietro di Alfano serve per restituire al governo, la necessaria credibilità sul piano internazionale e nazionale. La leggerezza che ha portato alla consegna della signora Shalabayeva e di sua figlia alle autorità di un Paese autoritario non è ammissibile. Siamo preoccupati per la loro sorte e per l’immagine che abbiamo dato al mondo, ovvero quella di uno Stato dove si possono calpestare i diritti umani, ad insaputa del governo. Inoltre il precedente che ha portato al passo indietro di Josefa Idem rende le dimissioni di Alfano scontate. Il Pd le chieda ufficialmente, senza incomprensibili timori reverenziali”. 
Il Fatto Quotidiano

Commenti